Acidificare o alcalinizzare le urine in caso di cistite?
Spesso, si tende a considerare l’idea di acidificare o alcalinizzare le urine nel momento in cui si affronta un’infezione batterica delle vie urinarie. Anche in caso di cistite.
Il consiglio di base: l’acidificazione o l’alcalinizzazione delle urine è un’opzione che deve essere lasciata al medico (ad esempio il ginecologo). Sarà questa figura professionale a suggerirti come e se procedere in una delle due direzioni. Però è giusto approfondire.
Infatti, il tema è particolarmente interessante perché acidificare o alcalinizzare le urine può essere d’aiuto alla singola condizione. E, soprattutto, per influenzare questi parametri in modo naturale basta scegliere una dieta particolare. Non a caso, sappiamo che esistono anche degli alimenti preferiti in caso di cistite. In questo equilibrio si possono inserire anche cibi acidificanti contro le infezioni urinarie. Il motivo? Ecco qualche indicazione utile.
Cosa significa acidificare e alcalinizzare le urine?
Prima di capire cosa conviene fare in caso di infezione delle vie urinarie, come ad esempio al cistite, conviene approfondire le basi di questa materia. Acidificare o alcalinizzare le urine vuol dire, in buona sintesi, modificare il pH, cioè il livello di acidità o basicità.
Questo parametro si misura su una scala da 0 a 14. In questo equilibrio, 7 è considerato neutro. In ogni caso, si tende a evitare valori che scendono sotto il 5 o superano l’8.
Valori persistentemente troppo acidi o troppo alcalini possono essere un segnale da approfondire, perché talvolta si associano alla formazione di calcoli o alla presenza di batteri specifici che possono rappresentare il campanello d’allarme della presenza di una cistite.
Conviene acidificare o alcalinizzare le urine?
In condizioni di buona salute e assenza di sintomi o problemi specifici, l’ideale sarebbe misurare il pH delle urine con un’analisi di laboratorio per semplice prevenzione e controllo. Poi, con la consulenza del medico, si possono prendere in considerazione le azioni per correggere eventuali difformità. Se, invece, ci sono dei disturbi bisogna considerare che:
“Un regime alimentare con elevato residuo acido aiuta a diminuire il pH delle urine (ed è un fattore molto positivo, poiché alcuni batteri non crescono a pH bassi) e favorisce la minore adesione dei batteri alle pareti delle vie escretrici”.
Secondo il sito della Fondazione Veronesi, infatti, in caso di cistite conviene consumare cibi acidificanti – in particolare quelli ricchi di cloro, fosforo e zolfo – diminuendo quelli alcalinizzanti come calcio, magnesio, sodio e potassio. Non a caso, come supporto al benessere delle vie urinarie anche in caso di cistite è il mirtillo. Cistiflux è un integratore alimentare che si basa proprio sulla sua composizione a base di Cranberry, il mirtillo rosso.
Ovvero, un frutto noto per la capacità di acidificare le urine e prevenire l’adesione batterica alla mucosa urinaria. L’acidificazione delle urine può essere utile nella prevenzione e nel trattamento della cistite, ma anche dell’uretrite e dell’uretrocistite (infezione della vescica e dell’uretra).
Cosa mangiare per acidificare le urine
Nel caso di infezioni delle vie urinarie e della vescica si può prendere in considerazione l’acidificazione delle urine, in quanto il basso pH può ostacolare la crescita di alcuni batteri riducendone l’adesione alle pareti mucose. Questo equilibrio deve essere sempre gestito da un medico specializzato ma, in caso di necessità, è possibile intervenire sia con integratori alimentari che con una dieta bilanciata. Ad esempio, quali sono i principali cibi per acidificare le urine?
Sono da favorire carni rosse o bianche come manzo e pollo, i latticini, le leguminose secche, la frutta secca, i cereali, latticini e derivati come lo yogurt, il kefir e i formaggi magri, il pesce (tonno, salmone, merluzzo) e le uova. Vanno bene anche i frutti acidificanti come l’ananas, l’uva e il già citato mirtillo. Che può essere assunto anche come integratore insieme al D-mannosio.
Importante comprendere, però, che abusare dei cibi acidificanti non è sempre una buona idea. Ad esempio? In presenza di cistite, in alcuni casi, con il supporto del medico si può valutare temporaneamente questa soluzione.
Ma è anche vero che un pH urinario troppo basso può favorire la formazione di calcoli renali di acido urico (fonte www.msdmanuals.com) quindi conviene concordare sempre con il medico queste scelte così importanti per la salute del proprio organismo. Acidificare o alcalinizzare le urine vuol dire, in buona sintesi, modificare il pH, cioè il livello di acidità o basicità.