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Cause, cure e sintomi delle cistiti ricorrenti

Chi soffre di cistite ricorrente conosce bene le difficoltà di questa condizione. Anche se non si tratta di una condizione patologica particolarmente pericolosa e con rischi importanti, i sintomi della cistite possono essere molto fastidiosi. 

Fino a raggiungere casi in cui viene intaccata la routine quotidiana di chi ne soffre a causa dei dolori al basso ventre, la frequenza della minzione e il bruciore. Tutto questo viene amplificato a causa della recidività.

In realtà, le infezioni ricorrenti del tratto urinario possono diventare un problema debilitante per chi ne soffre. Secondo il sito web www.quotidianosanita.it, fino al 40% delle donne italiane viene colpito almeno una volta nella vita da infezioni urinarie. E circa il 20% di questo campione suggerisce di aver avuto episodi che si sono ripetuti nel tempo. 

Quindi, non è difficile trovarsi di fronte a un caso di cistite ricorrente o recidivante. Quali sono cause e condizioni tipiche di questo disturbo? Come affrontarlo in modo sistematico?

Cos’è la cistite ricorrente, una definizione

La cistite è un disturbo ben noto, così come i suoi sintomi. Sappiamo che nella maggior parte dei casi è provocata dal batterio Escherichia coli. Ovvero, un batterio presente naturalmente nel corpo umano che, in modi differenti, può entrare in contatto con la vescica e causare un’infezione urinaria. 

Quando gli episodi si ripresentano con frequenza, si parla di cistite recidivante, una forma caratterizzata dalla ricomparsa e riacutizzazione dei sintomi tipici. Che alterna momenti in cui i sintomi si acutizzano a fasi di remissione con un miglioramento delle condizioni e una scomparsa totale dei disturbi tipici della cistite.

Quando si può parlare di cistite recidivante

Quali sono i termini temporali che caratterizzano la cistite frequente nel tempo? Secondo il sito governativo americano del National Institutes of Health (NIH), la ricorrenza è definita da 3 episodi di infezione delle vie urinarie in 12 mesi o 2 episodi in 6 mesi. 

Inoltre, sempre secondo la stessa fonte, il 27% delle donne sviluppa una seconda infezione entro 6 mesi dalla prima. E il 2,7% ha una seconda recidiva durante questo periodo.

Cause e sintomi della cistite recidivante

Dal punto di vista della sintomatologia, possiamo confermare che i sintomi registrati (tipo bruciore durante la minzione) sono simili alla forma episodica. Per approfondire questo argomento c’è la nostra guida dedicata alla cistite dove trovi anche i sintomi generali di questa patologia. 

Tra le possibili cause della ricorrenza nei casi di cistite possiamo riscontrare l’uso frequente di particolari antibiotici, che possono alterare il microbiota che svolge un ruolo protettivo, e malattie croniche che possono aumentare il rischio di infezioni.

Ad esempio, chi soffre di diabete o fa uso di farmaci immunosoppressori può avere delle ricadute frequenti in termini di cistite. Altri fattori le possono essere le cattive abitudini alimentari che portano a condizioni di colon irritabile e altre funzioni intestinali alterate. 

Frequenti rapporti sessuali, gravidanza, menopausa, errata procedura per la detersione delle zone intime e uso frequente di biancheria sintetica possono incentivare le ricadute e aumentare i casi di cistite recidiva.

Come affrontare e risolvere la cistite ricorrente

Il primo passaggio utile per gestire e risolvere la cistite recidivante: affrontare i sintomi in modo da eliminare le condizioni di sofferenza. Ad esempio, insieme al tuo medico di riferimento, puoi valutare integratori alimentari per favorire il benessere delle vie urinarie a base di d-mannosio e mirtillo rosso come Cistiflux. E, se necessario, dei medicinali specifici come gli antibatterici. 

Bere molta acqua – almeno 2 litri al giorno – e favorire la minzione è importante per l’eliminazione dei batteri. Ma in un secondo momento, bisogna analizzare le cause della ricorrenza della cistite: sarebbe utile effettuare delle analisi per capire da dove deriva la costante ricaduta. Un medico saprà gestire al meglio questo percorso iniziando da una buona anamnesi con domande mirate per comprendere abitudini e patologie del paziente.

Se si registrano condizioni intestinali particolari o malattie come il diabete si possono dirigere le analisi in direzioni specifiche. Le domande possono interessare anche aspetti della vita personale come scarsa o eccessiva igiene intima, abitudini sessuali, sapone utilizzato o abbigliamento. Dopo la visita urologica/ginecologica, può essere utile un’urinocoltura con antibiogramma o un controllo per scongiurare problemi anatomici.

Una volta ottenuti i risultati, il medico può abbinare a eventuali cicli di antibiotici e/o antibatterici delle cure di supporto come l’uso degli integratori alimentari, fitoterapici e probiotici, oltre a possibili modifiche dietetiche o terapie preventive personalizzate.

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